Gran parte di quello che sappiamo sulla vita di questo Santo ci è stato tramandato dalla raccolta dei Detti dei padri del deserto, che dicono che egli venne battezzato durante la sua adolescenza per poi partire in peregrinazione verso i luoghi sacri, visitando nell’entroterra giordano alcuni monasteri skiti, dove assimilò le leggi della vita monastica. Al suo ritorno ricevette la tonsura monastica e diventò discepolo di Sant’Isidoro di Pelusium. Da allora iniziò la sua vita di Stolto in Cristo, così come erano chiamati coloro che sceglievano di vivere la propria fede simulando la pazzia, in miseria e disprezzando il proprio corpo per poter meglio partecipare alla passione di Gesù, di cui Bessarione, è ritenuto il primo esponente nella storia. Secondo la sua agiografia scelse infatti di disprezzare il proprio corpo rimanendo sempre all’aperto, vestito solo di pochi stracci ed incurante del caldo e del freddo. Mangiava solo una volta alla settimana, passava il proprio tempo vagabondando in vaste regioni inospitali e sabbiose dormendo sempre sotto la volta del cielo e mai sdraiato ma sempre in piedi o seduto. Una leggenda racconta che una volta rimase per quaranta giorni ed altrettante notti in preghiera, astenendosi dal mangiare e dormire. Morì comunque in età avanzata. I Detti, raccontano, inoltre, che Bessarione avrebbe ricevuto da Dio, il dono di compiere miracoli ed avrebbe utilizzato tale facoltà per dissetare i suoi discepoli assetati, facendo sgorgare fiumi nelle terre desolate da essi abitate, con la sola sua preghiera. Si racconta poi che la sua umiltà fosse talmente grande, che una volta, mentre visitava uno Skita, vedendo un sacerdote che scacciava un novizio colto in peccato, fosse accorso verso i due esclamando “Anch’io sono un peccatore”.
 
		