Mercoledì 30 Luglio 2025 Santa Marina d’Antiochia di Pisidia Vergine e Martire

Marina, secondo la “passio” greca attribuita ad un certo Timoteo, che è la fonte principale per la sua agiografia, nasce nel 275 ad Antiochia di Pisidia, all’epoca una delle città più fiorenti dell’Asia Minore, durante il periodo delle persecuzioni scatenate da Massimiano e Diocleziano. Paolo e Barnaba in uno dei loro viaggi, si fermarono in quella città, per predicare Gesù Messia e Figlio di Dio, ottenendo molte conversioni. Il padre Edesimo o Edesio, era sacerdote pagano e per questo ruolo la famiglia di Marina, spiccava per agiatezza e nella vita sociale e religiosa della città. Nessuna notizia si ha, invece della madre, della quale presumibilmente Marina, rimase orfana, sin dai primi giorni di vita, tanto che il padre la affidò ad una balia che abitava nella campagna vicina. La balia segretamente Cristiana, educò Marina, nella Fede e quando ritenne che fosse matura, la presentò per ricevere il battesimo tutto ovviamente, all’insaputa del padre. Marina, crescendo apprendeva le storie dei martirii dei Fratelli di Fede, irrobustiva il suo spirito ispirandosi al Vangelo, era decisa ad emulare il coraggio dimostrato dai Cristiani, davanti alla crudeltà delle persecuzioni e per questo nelle sue preghiere, chiedeva di essere degna di testimoniare la sua fedeltà a Cristo. Il padre ignaro di tutto ciò, decide di riprendere la figlia, ormai quindicenne e riportarla presso la sua casa di Antiochia. Marina, si trovò subito a disagio, sia per il distacco dalla nutrice, che per lo stile di vita, piena di agi, che teneva presso la casa paterna.
Una sera chiese al padre cosa rappresentassero le statuette e le lampade che erano in casa, il padre spiegò che quelli erano gli idoli che adorava ed invitò Marina, a bruciare incenso per loro, ma ella ascoltava quasi indifferente quello che il padre le diceva. Egli credette che la figlia mancasse di un’educazione religiosa, adeguata al proprio rango sociale e la affidò a un maestro di sua conoscenza che dirigeva una scuola dove si insegnava un po’ di tutto. Marina, tuttavia non gradiva gli insegnamenti pagani e dopo poco tempo rivelò al padre di essere Cristiana. Per tale motivo, il padre non esitò a mandarla via di casa e Marina, ritornò dalla sua balia, che l’accolse come se fosse un reduce vittorioso di un’aspra battaglia. In campagna, Marina, si rese utile pascolando il gregge e per le altre necessità, che si presentavano e dedicava molto tempo alla preghiera, in particolare per la conversione del padre e per i Fratelli nella Fede, che venivano sempre più spesso perseguitati. Un giorno mentre conduceva le pecore al pascolo, Marina, venne notata da Oliario, nuovo governatore della provincia, che appena la vide rimase colpito dalla sua bellezza e ordinò che gli fosse condotta dinnanzi. Dopo un lungo colloquio, il governatore non riuscì nell’intento di convincere Marina, a diventare sua sposa, perchè essa si dichiarò subito Cristiana e si mostrò irremovibile nel professare la sua Fede. Il governatore, dopo un lungo interrogatorio, alle risposte di Marina, controbatte con la flagellazione e l’incarcerazione. Secondo la già citata “passio” greca, durante la detenzione, le appare il demonio, sotto forma di un terribile drago, che la inghiotte, ma lei armata di una Croce che teneva tra le mani squarcia il ventre del mostro sconfiggendolo. Da questo episodio fantastico nacque, nella devozione popolare, quella virtù riconosciuta a Santa Marina, di ottenere, per la sua intercessione, un parto facile alle donne che la invocano prima dell’inizio delle doglie. Comunque sia, dopo un breve periodo di carcere, Marina viene sottoposta ad un nuovo martellante interrogatorio, stavolta, davanti a tutta la cittadinanza, ma anche in quest’occasione, ella non esita, a proclamare a tutti la sua Fede e l’aver dedicato a Cristo, la sua verginità. Ancora una volta viene invitata ad adorare ed offrire incenso agli dei pagani, ma continua a rifiutare. Mentre tutti osservavano quanto stava succedendo, una forte scossa di terremoto fece sussultare la terra ed apparve una colomba che andò a deporre una corona sul capo di Marina. Questo evento prodigioso, le affermazioni di Marina, il suo rifiuto delle pratiche pagane e le molte conversioni al Cristianesimo che avvennero mandarono su tutte le furie il governatore che emise la sentenza di condanna a morte, per Marina, attraverso la decapitazione da svolgersi fuori della città, probabilmente per evitare ulteriori conversioni fra i cittadini. Santa Marina, venne quindi decapitata il 20 luglio del 290 all’età di quindici anni. Il suo corpo venne raccolto e portato in luogo sicuro dai fedeli, divenendo oggetto di grande venerazione. Secondo la tradizione un pellegrino di nome Agostino da Pavia, nel X secolo riuscì a trafugare, dopo varie peripezie, il corpo di Santa Marina ed a trasportarlo in Italia, per proseguire verso Pavia. Durante il viaggio, si fermò a Montefiascone, dove venne accolto dai benedettini del monastero di Santo Pietro, ai quali raccontò le vicende del suo viaggio. Dopo qualche giorno passato in quel monastero il pellegrino si ammalò e morì, raccomandando ai monaci, di conservare e venerare la preziosa reliquia.

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