Martedì 5 agosto 2025 San Foca di Sinope, Vescovo e Martire

Sinope, è un’antica città dell’allora Asia Minore, oggi Turchia, appartenente alla provincia del Ponto. Fondata sul Mar Nero da coloni greci nel 630 a.C. fu occupata dai Persiani nel 380 a.C. e successivamente da Alessandro Magno. Nel 47 a.C. venne conquistata da Giulio Cesare che ne fece una colonia romana. Crebbe in prosperità divenendo uno dei maggiori porti del Mar Nero. Successivamente fece parte dell’Impero bizantino cadendo poi sotto il dominio degli Ottomani. Foca ne fu Vescovo nel primo secolo dell’Era Cristiana. Strenue difensore del suo popolo, meritò l’appellativo di “Avvocato”. Fu martirizzato sotto l’imperatore Traiano col supplizio del “bagno bollente” nel 114 secondo l’agiografia redatta dai Bollandisti, mentre secondo altre fonti, il suo martirio sarebbe stato nel 117. Il culto di San Foca Vescovo e delle sue reliquie, da Antiochia e da Costantinopoli, si diffuse poi in Occidente, attraverso il rito bizantino. Alla sua protezione si affidarono anche alcune località italiane che poi ne presero il nome. In particolare una in provincia di Pordenone, nel Comune di San Quirino, della quale si hanno le prime notizie nel 762 ed una sulla costa salentina, nel comune di Melendugno, dove il Santo, viene festeggiato annualmente con una processione in mare e dove si trova una cappella, meta, fino a qualche decennio fa degli “avvelenati” dal morso della taranta. San Foca proteggeva, inoltre, dai morsi dei serpenti, in particolare nel mese di giugno. È invocato pure dalla gente di mare per un viaggio felice e contro i naufragi. Per questo i suoi attributi iconografici tipici, sono l’ancora ed il serpente. Nei calendari Ortodosso e Greco Cattolico viene venerato come Ieromartire. È a volte confuso con un altro santo di nome Foca, un giardiniere, anch’egli della città di Sinope.

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