San Tickhon di Zadonsk, come viene spesso chiamato, è uno dei più venerati santi russi del XVIII secolo. Dopo aver lasciato la Cattedra Episcopale, di Voronezh, sulla quale era rimasto per 4 anni e 7 mesi, si ritirò completamente da ogni incarico amministrativo della Chiesa, per dedicarsi ad opere letterarie religiose, tanto da diventare famoso come il più grande scrittore di cose di chiesa del suo tempo. Ma fu anche un grande asceta nonché veggente e dopo la sua morte, gli vennero attribuiti diversi miracoli. Questo Santo nacque nel 1724 nel villaggio di Korotske Valdai, nella contea di Novgorod ed era figlio di un povero cantore Savely Kirillovitch, che gli dette il nome di battesimo di Timoteo. Suo padre morì presto e la madre, rimasta sola con i propri bambini, quattro fratelli e due sorelle, viveva in condizioni di estrema povertà e per questo accettò di dare il piccolo Timoteo, alla famiglia di un ricco cocchiere che non aveva figli, ma il fratello maggiore che era Diacono vedendo la scena, la convinse a non farlo. Nel 1735 venne emesso un decreto dell’imperatrice Anna Ivanovna, col quale tutti quelli che non avevano frequentato le scuole, dovevano essere coscritti come soldati. Ciò indusse la famiglia, ad iscrivere Timoteo, ad una scuola religiosa, a Novgorod, per mantenersi alla quale, anche a seguito della morte della madre, che avvenne poco dopo e malgrado l’aiuto del fratello Pietro, che era allora salmista in quella città, egli dovette andare a lavorare facendo il giardiniere nel proprio tempo libero. Nel 1740 presso il Monastero di Novgorod, venne fondato un seminario che accettò, tra i primi duecento studenti anche Timoteo, che si laureò col massimo dei voti nel 1750, ottenendo l’insegnamento del greco con uno stipendio di 50 rubli all’anno. Nel 1754 terminò il dottorato e divenne maestro di retorica e finalmente potè aiutare la famiglia mantenendo una sorella, che era rimasta vedova e viveva in estrema povertà lavando i pavimenti in Valdai. A quel punto i parenti avrebbero voluto che si sposasse, sperando che diventasse sacerdote, per sostenere tutta la famiglia. Ma Timoteo, scelse una strada diversa ed il 10 aprile 1758, divenne monaco ricevendo il nome di Tichon. Quella stessa primavera a San Pietroburgo venne ordinato diacono ed in estate, sacerdote. Nello stesso anno diventa professore di filosofia e viene nominato prefetto del seminario senza tuttavia tenere a lungo questa carica, in quanto, su richiesta del reverendo Atanasio Arcivescovo di Tver, venne nominato con decreto del Sinodo del 26 agosto 1759 Ieromonaco archimandrita, del monastero di Zheltikova. Egli non pensava di fare una rapida carriera, ma tutto si svolse all’improvviso. Il 13 Maggio 1761 nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, a San Pietroburgo infatti, Tichon, si trovò inserito, a propria insaputa nella lista di sette candidati alla Cattedra Vescovile di Kexholm, attuale Priosersk, risultando eletto. Nell’agosto del 1762 il Santo Sinodo, si recò a Mosca, per l’incoronazione di Caterina II, mentre Tichon, venne convocato a San Pietroburgo. All’inizio del 1763 morì il Vescovo di Voronezh ed il 3 febbraio di quell’anno Tichon, prese il suo posto. Approfittando di alcuni disturbi di salute, dopo aver visto la condizione della Diocesi di Voronezh, chiese al Santo Sinodo, di essere posto in pensione, per malattia. Tuttavia, gli fu risposto che, essendo ancora giovane lo stato di salute, sarebbe certamente migliorato e da Prelato avrebbe dovuto assumere le sue funzioni pastorali. La Diocesi di Voronezh, in effetti, all’arrivo di Tichon, versava in condizioni di abbandono ed aveva una composizione molto eterogenea di popolazione, che consisteva di cosacchi, banditi e scismatici. Il livello di formazione del clero era molto basso, tanto che molti non erano in grado di leggere il Vangelo e non conoscevano il contenuto dei libri del Nuovo Testamento. La sede vescovile, era crollata, la cattedrale quasi distrutta, con le campane rotte su un campanile, molto danneggiato. Tutto questo anche a causa delle politiche, messe in atto nei primi anni del regno di Caterina la Grande, che si era rivelato molto difficile per l’Ortodossia. Senza perdersi d’animo, nel Febbraio del 1764 Tichon, invia al clero, le istruzioni sulle sue principali responsabilità, verso l’indirizzo al matrimonio e la confessione, distribuendo anche una sua Lettera Enciclica da Vescovo, contenente l’esortazione ai Sacerdoti, a vivere in conformità con i Comandamenti Cristiani. Anche quando deve ricorrere a provvedimenti contro i propri Sacerdoti, lo fa non per semplice punizione, ma per la correzione del colpevole ed arriva ad abolire con una decisione molto insolita per quel momento storico, le punizioni corporali dei chierici, nella sua Diocesi. Prese poi l’iniziativa di aprire sul territorio della Diocesi, scuole religiose per la formazione dei nuovi sacerdoti, rinnovando al contempo il programma di studi in seminario e chiamando insegnanti da Kiev e Kharkov. ma come detto San Tichon, è diventato famoso come predicatore eccezionale del suo tempo. Ad ascoltare i suoi sermoni, infatti, arrivavano persone provenienti da tutto il mondo Ortodosso. Conosceva i testi della Sacra Scrittura, non solo nella traduzione slava, ma anche nella lingua originale e quelli dei Padri della Chiesa e nel 1757 tradusse in russo, i Salmi ebraici e greci del Nuovo Testamento. Dopo diversi anni di permanenza a Voronezh, dovendo lottare con tutte queste problematiche, la sua salute, già debole, peggiorò con attacchi nervosi, convulsioni e doloroso mal di testa. A quel punto il Santo ribadisce al Santo Sinodo, la propria richiesta di pensionamento e questa volta la sua richiesta venne accolta ed il 17 Dicembre 1767 venne collocato in pensione con 500 rubli l’anno. Nei primi tempi da pensionato, il Santo si ritirò in un monastero a Tolshevsky, circa 40 miglia da Voronezh, sulle rive del fiume Asmani. Tuttavia, il clima di quel luogo era malsano e frequentato da troppa gente, che egli aveva conosciuto durante la propria attività vescovile e per questo decise di lasciare quel monastero, trasferendosi presso il Monastero di Zadonsk, situato a 90 miglia da Voronezh, sulla riva alta del Don, nel quale trascorse il resto della sua vita scrivendo le sue opere di letteratura religiosa, tra le quali segnaliamo: “Il vero Cristianesimo” opera in sei volumi composta tra il 1770 ed il 1771 ed una raccolta di brevi insegnamenti pieni di esempi tratti dalla propria vita chiamata: “Tesoro spirituale raccolto dal mondo”.