Oggi è Santa Lucia, commemorata sia dalla Chiesa Ortodossa, che da quella Cattolica. Lucia nacque a Siracusa, il 7 marzo dell’anno 283 da una nobile famiglia Cristiana. Sin da fanciulla, si consacrò segretamente a Dio, con voto di perpetua verginità, ma, come succedeva in quel periodo, venne promessa in sposa ad un pretendente. La giovane Lucia, propose, un giorno alla madre Eutichia, di recarsi insieme a lei in pellegrinaggio nella vicina città di Catania, presso il sepolcro dell’illustre vergine martire Sant’Agata, per domandare a Dio, la grazia della guarigione della stessa Eutichia, da molto tempo gravemente ammalata. Arrivate al sepolcro di Sant’Agata, il 5 febbraio 301 pregarono intensamente fino alle lacrime implorando il miracolo. Lucia a quel punto, consigliò alla madre di toccare con fede la tomba della santa patrona di Catania, confidando nella sua sicura intercessione presso il Signore. Ed ecco, Sant’Agata, apparve in visione a Lucia dicendole:
“Sorella mia Lucia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi ottenere per tua madre? Ecco che, per la tua fede, ella è già guarita! E come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa”.
Eutichia, Subito dopo la visione, raccontatale dalla figlia, constatò la propria effettiva avvenuta guarigione miracolosa e Lucia, decise quindi, di rivelare alla madre il proprio desiderio di donare tutta la propria vita a Dio, rinunciando ad uno sposo terreno e di elargire tutte le proprie ricchezze ai poveri, per amore di Cristo. Così Lucia, da ricca che era si fece povera e per circa tre anni si dedicò senza interruzione alle opere di misericordia, a vantaggio degli infermi, dei ministri della Chiesa di Dio, degli orfani, dei poveri e delle vedove. Ma colui che l’aveva pretesa come sposa, volle vendicarsi del rifiuto denunciandola al locale tribunale imperiale romano, con l’accusa che ella fosse “cristianissima” e per questo venne arrestata ed invitata a sacrificare agli déi pagani, ma siccome rifiutò di farlo, venne processata dal magistrato Pascasio, alla domande del quale Lucia rispose senza timore, citando quasi esclusivamente la Sacra Scrittura. Il testo dell’interrogatorio, è tuttora considerato un vero capolavoro di ricorso alla parola biblica. Per giustificare la propria obiezione di coscienza contro l’ordine di sacrificare agli déi, Lucia citò, infatti l’Epistola dell’Apostolo Giacomo:
“Sacrificio puro presso Dio è soccorrere i poveri, gli orfani e le vedove. Per tre anni ho offerto tutto al mio Dio. Ora non ho più nulla, e offro me stessa”.
Per testimoniare la sua serena fortezza dinanzi al magistrato, citò, invece l’Evangelista Matteo:
“Sono la serva del Dio eterno, il quale ha detto: quando sarete trascinati dai giudici, non preoccupatevi di cosa dire, perché non sarete voi a parlare, ma parlerà in voi lo Spirito Santo”.
Per confermare poi il sostegno da lei trovato nello stesso Spirito Santo, citò la seconda lettera di Paolo ai Corinzi:
“Coloro che vivono in santità e castità sono tempio di Dio e lo Spirito Santo abita in essi”.
Infine per affermare che era la potenza di Dio, a proteggerla, citò il Salmo 90:
“Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra, ma nulla ti potrà colpire”.
Venne quindi martirizzata, il 13 dicembre dell’anno 304 ma, confermando proprio le parole del Salmo 90 rimase miracolosamente illesa, dai crudeli supplizi che le vennero inflitti e profetizzò l’imminente fine delle persecuzioni di Diocleziano e la pace per la Chiesa. Venne così uccisa con un colpo di spada in gola ed i Cristiani, la seppellirono devotamente nelle grandi catacombe della sua Siracusa. Da allora, il suo culto si diffuse ben presto in tutta la Cristianità, come testimonia appunto, il fatto che oggi, sia la Chiesa Ortodossa, che quella Cattolica, ne fanno memoria.
 
					