Domenica 22 Dicembre 2024 Sant’Anastasia di Sirmio, Megalomartire

Oggi nell’Ortodossia, si fa memoria di Sant’ Anastasia di Sirmio Megalomartire. Anastasia, figlia di Pretestato e moglie di Publio, vissuta al tempo di Diocleziano, seguendo i consigli di San Crisogono, che era stato anch’egli perseguitato ed incarcerato per la propria Fede, era tutta dedita all’assistenza dei Cristiani di Roma, a cui una legge imperiale, vietava di svolgere qualunque mestiere. Il marito, contrarissimo a questa sua missione puniva con crudeltà, ogni sua disubbidienza alla legge. Morto il marito, poté più liberamente esercitare la sua Carità Cristiana, fino a quando, il suo padre spirituale Crisogono, venne trasferito ad Aquileia, alla corte imperiale ed Anastasia, lo accompagnò nel viaggio da Roma e assistette all’interrogatorio e poi alla sua decapitazione. Il corpo di Crisogono, venne abbandonato presso l’abitazione delle tre sorelle cristiane Agape, Chionia ed Irene, le quali con l’aiuto del santo prete Zoilo e di Anastasia, gli diedero sepoltura e per questo furono arrestati tutti. Poi Diocleziano, partì per la Macedonia portando con sé tutti i Cristiani imprigionati, tra i quali vi era anche Anastasia. Dalla Macedonia, l’imperatore si spostò verso Sirmio nell’Illiria, dove gli furono denunciati come cristiani fuggiaschi, la matrona Teodota ed i suoi tre figli, che fece incarcerare. L’interesse che Anastasia, aveva per la sorte dei quattro, insospettì i pagani che la denunciarono al prefetto Probo, che dopo interrogatori e vani tentativi di farle abiurare la Fede Cristiana, la fece mettere ai ceppi per un mese e poi la imbarcò insieme ad altri Cristiani e detenuti comuni, su una nave con lo scafo forato, che venne portata in mare aperto per farli naufragare e morire. Ma tutti i prigioneri scamparono miracolosamente al naufragio e riuscirono a sbarcare a Palmaria, dove furono di nuovo catturati e venne loro offerta la libertà, in cambio del rendere onore agli dei, ma a seguito del loro ennesimo rifiuto, vennero tutti trucidati ed Anastasia fu arsa viva e le sue ceneri furono raccolte da una donna di nome Apollonia, che le depositò in una piccola chiesa nel suo giardino, rimanendo a Sirmio, dove furono venerate fino al 460 circa, quando il patriarca Gennadio le fece trasferire a Costantinopoli, nella chiesa che poi da lei prese il nome. Alcuni agiografi moderni, nutrono dubbi sul valore storico di questa “passio” ma è certo che il culto per una Sant’Anastasia Megalomartire a Sirmio, è antichissimo e si diffuse poi a Costantinopoli, dove appunto, vennero traslate le ceneri ed a Roma, dove sin dal IV secolo, esisteva una chiesa, a lei intestata che nel VII secolo, era già elencata come la terza chiesa più importante della città, dopo San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore. In seguito le furono dedicate varie altre chiese fra cui una a Verona ed il Duomo di Zara, in Dalmazia.

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