Venerdì 6 Dicembre 2024 Sant’Amfilochio Vescovo di Iconia

oggi la Chiesa Ortodossa, commemora Sant’Amfilochio, Vescovo di Iconia, in Licaonia. La principale fonte da quale è possibile attingere informazioni circa Sant’Amfilochio, è la sua corrispondenza con altri due santi, suo cugino San Gregorio Nazianzeno e San Basilio Magno. Sappiamo che Amfilochio, nacque in Cappadocia tra il 340 ed il 345 ed in giovane età, fu insegnante di retorica a Costantinopoli. Essendo incorso in difficoltà finanziarie, dovette tuttavia abbandonare la capitale imperiale, per trasferirsi nei pressi di Nazianzo desiderando a quel punto, condurre un’esistenza tranquilla e prendersi cura del padre anziano. Nel 374 però, ricevette la nomina alla sede episcopale di Iconio, che accettò con non poca riluttanza, consapevole di quello che avrebbe comportato. Suo padre, scrisse a San Gregorio Nazianzeno, dicendo che se Amfilochio, fosse diventato vescovo, gli sarebbero mancate le cure amorevoli del figlio, ma il santo gli rispose, che non aveva avuto alcun ruolo nella nomina ed anche lui in fondo avrebbe risentito della sua mancanza. A conferma della sincerità della risposta di San Gregorio Nazianzeno, vi è la lettera che Basilio, che fu il vero sostenitore della nomina vescovile, scrisse ad Amfilochio, per incoraggiarlo ad accettare l’incarico per essere guida piuttosto che succube degli altri. Per questo motivo, Amfilochio consultava spesso Basilio, che pare abbia scritto proprio per lui il “Trattato sullo Spirito Santo”. Sempre infervorato dalla questione dell’ortodossia, nel 376 Anfilochio, tenne un sinodo, ad Iconia, sua città natale, che aveva lo scopo di condannare l’eresia macedone, che negava la divinità dello Spirito Santo. Dopo la morte di Basilio, avvenuta il primo gennaio dell’anno 379 fu proprio Amfilochio, in virtù dell’antica e santa amicizia tra i due, a pronunciarne il panegirico al funerale. Amfilochio, fu ovviamente presente quando l’eresia macedone, venne definitivamente condannata nel Primo Concilio di Costantinopoli del 381. In seguito esortò l’imperatore San Teodosio I a negare agli ariani, la possibilità di riunirsi. Il sovrano inizialmente rifiutò ritenendo troppo severa tale misura, ma il santo vescovo alla fine lo convinse a promulgare una legge, che dichiarava illegali le assemblee pubbliche o private degli ariani. Altrettanto rigorosamente, Amfilochio, si oppose alle dottrine dei messaliani, una setta carismatica e manichea, che considerava la preghiera quale unica vera essenza della religione. La condanna di questa setta si ebbe durante un sinodo da lui presieduto nel 394 presso Sida, in Panfilia. Amfilochio morì tra il 394 ed il 403. Per attestarne la santità, vennero prese in considerazione, la descrizione di suo cugino Gregorio Nazianzeno che lo definiva un “Araldo della Verità e Vescovo irreprensibile” e la testimonianza di suo padre, sulla guarigione di diversi malati per sua intercessione.

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