22 Dicembre 2024 + Luca 17 12,19 +

Carissimi Fratres e Carissime Sorores in Cristo, eccovi il Santo Evanghelion di oggi, secondo il Rito Ortodosso + Luca 17 12,19 + Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Esegesi: Carissimi Fratres e Carissime Sorores in Cristo, oggi il Vangelo ci mette di fronte ad una realtà umana, molto triste, quella dell’ingratitudine, della quale, persino Nostro Signore Gesù Cristo, si meraviglia. Dei dieci lebbrosi che ha guarito in questo miracolo collettivo, infatti, solo uno, peraltro straniero, torna a ringraziarlo. E allora dobbiamo interrogarci sul nostro modo di essere Cristiani e su quanto spesso siano migliori di noi, gli stranieri. Proprio ieri ad esempio, ho partecipato al funerale Cattolico di un amico, residente nel quartiere dove vivo e di famiglia non agiata, che è stato realizzato grazie ad una colletta appunto degli amici del rione. Ma non è questo il punto, al funerale, ha voluto partecipare anche un giovane anch’egli residente in zona, ma islamico che è entrato in chiesa, timoroso e pensando di essere scacciato in quanto straniero e non Cristiano. Ecco questo gesto di estremo rispetto per un amico morto, che ha fatto superare le divisioni religiose e caratterizzato dallo spirito di fratellanza, col quale il ragazzo ha seguito il rito funebre, pur non partecipando, ovviamente all’Eucaristia deve farci riflettere. Quanti di noi avrebbero fatto lo stesso, senza farsi sopraffare dalla paura di non essere accolti? Ed anche il comportamento in chiesa di molti di noi, a volte lascia a desiderare, con chiacchiere coi vicini, o con telefonini lasciati accesi che suonano, disturbando la sacralità del Rito. Ecco questa è ingratitudine verso Dio, oltre che maleducazione terrena. Perchè parlo di ingratitudine verso Dio? Perchè noi dovremmo essere contenti di vivere una Fede, che a differenza di tante altre, a fronte dei piccoli e grandi miracoli che tutti i giorni si compiono nelle nostre vite ci impone poche regole, eppure non rispettiamo neanche quelle, presi dai nostri impegni quotidiani e da una fretta compulsiva, che rasenta la patologia. Cerchiamo quindi Carissimi Fratres e Carissime Sorores in cristo, di approcciarci con serietà, a quelle piccole cose che Dio ci chiede per definirci Cristiani, se vogliamo distinguerci dalla massa informe di esseri umani, che purtroppo, oggi è diventata la nostra società. Cerchiamo di dare l’esempio col nostro comportamento e poniamoci in atteggiamento positivo verso Dio e gli uomini e non importa se saremo uno anzichè dieci, perchè alla fine saremo sanati anche nello Spirito e non solo nel corpo, per la nostra Fede, come conclude il passo evangelico di oggi. Gli altri nove lebbrosi, infatti sono stati guariti nella malattia corporale, ma non hanno avuto accesso presumibilmente al Regno dei Cieli, per la loro ingratitudine. Dobbiamo essere parte attiva nell’economia della nostra salvezza ed uscire dalla logica del “passata la festa, gabbato lo santo” dimostrata dai nove lebbrosi ingrati perchè la festa, è tutti i giorni della nostra vita terrena, che è espressione miracolosa della volontà divina, nel bene e nel male che possiamo incontrare e che dobbiamo affrontare e superare con Fede, Speranza, Preghiera e Carità. Vi auguro una buona domenica e vi benedico nel Nome del Padre + del Figlio + e dello Spirito Santo + Amìn! Padre Luca Cancelliere della Chiesa Ortodossa in Italia

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