Venerdì 27 Dicembre 2024 Santo Stefano Arcidiacono e Protomartire

Oggi la Chiesa Ortodossa commemora Santo Stefano, Arcidiacono e Protomartire. Stefano, non è stato solo il primo dei martiri, ma il modello di ogni martirio. Nella morte di Santo Stefano, infatti, appaiono tutti gli elementi ricorrenti ogni volta che qualcuno viene ucciso a causa della Fede: Il “fastidio” provocato in chi non comprende la saggezza del Vangelo, le “scuse” e le false accuse ed infine l’aggressione e il perdono degli aggressori da parte dei martiri, oltre all’intaccabile fiducia di essere accolti tra le braccia di Dio. La storia di Stefano, ci ricorda che credere non è facile e che i Vangeli non sono un semplice appello a essere “più buoni” bensì un potente strumento per cambiare il mondo. Ecco perché, la loro narrazione destabilizza i potenti, che con ogni mezzo nei secoli hanno cercato di mettere a tacere la voce di chi porta il messaggio del Risorto. Santo Stefano però, è stato anche il primo dei sette diaconi scelti dagli Apostoli, come loro collaboratori nel ministero, ma soprattutto il primo tra i discepoli del Signore a versare il suo sangue a Gerusalemme, dove, mentre veniva lapidato pregando per i suoi persecutori, rese la sua testimonianza di Fede in Cristo Gesù, affermando di vederlo seduto nella gloria alla destra del Padre. Del grande e veneratissimo martire Santo Stefano, si ignora, tuttavia, la provenienza, essendo Gerusalemme, all’epoca, un crocevia di tante popolazioni, con lingue, costumi e religioni diverse, ma dall’etimologia del nome si può ipotizzare che fosse greco. Il nome Stefano, infatti, in greco significa “coronato”. Gli Atti degli Apostoli, ai capitoli 6 e 7 narrano gli ultimi suoi giorni, descrivendo il fatto che, qualche tempo dopo la Pentecoste, il numero dei discepoli andava aumentando e sorsero dei dissidi fra quelli di lingua greca e quelli di lingua ebraica, perché secondo i primi, nell’assistenza quotidiana, le loro vedove venivano trascurate. Allora i dodici Apostoli riunirono i discepoli, dicendo loro che non era giusto che essi disperdessero il loro tempo nel “servizio delle mense” a discapito della predicazione della Parola di Dio e della preghiera, proponendo pertanto che tale compito venisse affidato ad un gruppo di sette di loro, in modo che gli Apostoli potessero dedicarsi di più alla preghiera ed al ministero. La proposta venne accettata e risultarono eletti: Stefano, appunto, considerato uomo pieno di fede e Spirito Santo, insieme a Filippo, Nicanore, Nicola di Antiochia, Parmenas, Procoro e Timone. A tutti loro, gli Apostoli, imposero le mani ed in questo atto, la Chiesa ha visto da subito l’istituzione del ministero diaconale, nell’espletamento del quale, Stefano pieno di grazie e di fortezza compiva grandi prodigi tra il popolo, non limitandosi al lavoro amministrativo, ma operando attivamente anche nella predicazione soprattutto fra gli ebrei della diaspora, che passavano per la città santa di Gerusalemme e che egli convertiva alla Fede in Gesù, crocifisso e risorto.
Tra il 33 ed il 34 gli ebrei, vedendo il gran numero di convertiti, sobillarono il popolo ed accusarono Stefano di “pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio”. Gli anziani e gli scribi, quindi, lo catturarono trascinandolo davanti al Sinedrio, accusandolo con l’ausilio di falsi testimoni. Ecco come viene riportato negli Atti degli Apostoli il “processo” a Stefano.

Testimoni:

“Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno, distruggerà questo luogo e cambierà le usanze che Mosè ci ha tramandato”.

Sommo Sacerdote:

“Le cose stanno proprio così?”

Stefano:

“O gente testarda e pagana nel cuore e negli orecchi, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; voi che avete ricevuto la Legge per mano degli angeli e non l’avete osservata”.

Mentre l’odio e il rancore dei presenti aumentavano contro di lui, ed iniziavano a lapidarlo, Stefano ispirato dallo Spirito Santo, alzò gli occhi al cielo e disse:

“Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo, che sta alla destra di Dio”.

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