Domenica 29 Dicembre 2024 Santa Teofano

Oggi la Chiesa Ortodossa, commemora Santa Teofano, la Taumaturga imperatrice bizantina. Molti imperatori ed imperatrici d’Oriente, si trovano nell’Albo dei Santi, della Chiesa Ortodossa. Vi sono annoverati, per i loro atti politici e di Fede, a favore della religione cristiana, spesso inerenti la promozione o la convocazione dei Concili in Oriente, che lascia intendere il grande coinvolgimento del potere imperiale bizantino, nelle enunciazioni teologiche e nell’organizzazione ecclesiastica orientale, che sarà una delle concause, del distacco della Chiesa d’Oriente, da quella di Roma. Ma veniamo alla santa del giorno, Teofano, nome maschile, che fu portato anche da altre tre imperatrici, delle quali una era principessa di origine bizantina che divenne poi imperatrice di Germania. In ogni caso la Teofano, che vine commemorata oggi, nacque a Costantinopoli, dalla nobile famiglia dei Martinaci ed il padre aveva la dignità di illustrios, mentre Anna la madre, era di origine orientale. Da quel matrimonio, per molto tempo non vennero figli finché, dopo molte preghiere alla Theotokos, implorata nella chiesa a Lei dedicata nel monastero di Basso, nacque Teofano, alla quale i pii genitori impartirono una buona e Cristiana educazione. Giunta all’età della giovinezza su richiesta dell’imperatore d’Oriente Basilio I il Macedone (812 – 886) venne data in sposa, al figlio di quest’ultimo, il sedicenne Leone VI (866 – 911) che era stato associato dal padre alla guida dell’Impero, già dalla prima infanzia.
Il matrimonio che venne celebrato, pare, nel Natale dell’881 non fu felice, in quanto, nonostante la giovanissima età, Leone VI aveva già un’amante di nome Zoè, figlia dell’ufficiale Stiliano Zautzés ed infatti, Teofano, sarà la prima delle quattro mogli di quel passionale imperatore bizantino. Essendosi Teofano, lamentata col suocero, per questa relazione extraconiugale, del marito, l’imperatore Basilio I, impose a Zoè, di sposare tale Teodoro Guzuniatès, cosa che, almeno in apparenza, riportò una certa concordia nella coppia reale, tanto che, dopo breve tempo ne nacque anche una figlia, che venne chiamata Eudocia. Poi, a causa del timore di Basilio I di una cospirazione da parte del figlio, Leone VI, la moglie Teofano e la figlia Eudocia, vennero messi agli arresti nello stesso palazzo imperiale e furono liberati dopo tre mesi, il 20 luglio 885 per l’intervento del patriarca di Costantinopoli, Fozio. Dopo la morte dell’imperatore Basilio I avvenuta il 29 agosto 886 e la prematura scomparsa dell’unica figlia Eudocia, nel novembre 892 Leone VI divenuto imperatore, ebbe un ritorno di passione amorosa per Zoè. L’infelice “basilissa” si rifugiò allora nella religione, per trovare conforto alle proprie pene, intensificando le pratiche di pietà, prendendosi cura dei poveri e conducendo un’esistenza quasi monastica nel palazzo, aumentando l’ascesi spirituale, avendo come guida spirituale il futuro patriarca Eutimio (907-912) il quale richiamò più volte l’imperatore Leone VI al proprio dovere coniugale e nel contempo riuscì ad impedire che Teofano, accettasse il divorzio per ritirarsi in un monastero, come altre sovrane trovatosi nelle stesse condizioni. Ma la pena terrena, per Teofano, non durò molto, perché un anno dopo la figlia Eudocia, la morte si prese anche la trentenne imperatrice il 10 novembre dell’893. Allora, il marito, quasi a riparare i torti da lui fatti nei suoi confronti, dopo la sua morte s’interessò molto di lei, dandole solenne sepoltura nella chiesa dei Santissimi Apostoli. Costantino Porfirogenito (913-959) nel suo “Libro delle cerimonie”, precisa che il sarcofago di Teofano, era di marmo verde di Tessalonica e conteneva anche le ossa di Eudocia. L’imperatrice “triste e malinconica” ebbe subito un culto liturgico ed è commemorata nei più importanti Menologi e Sinassari bizantini, come taumaturga, avendo pare, operato alcune guarigioni miracolose, mentre è ignorata dal Martirologio Romano. Qualche tempo dopo la sua morte, le reliquie ebbero varie traslazioni, la prima delle quali fu nel monastero di San Costantino da lei fondato, dove nel 1350 si recò per venerarle, Stefano di Novgorod. Poi le reliquie vennero traslate nel monastero di Cristo Filantropo e dopo la caduta di Costantinopoli, in mano ai Turchi, nel 1453 ritornarono alla chiesa dei Santissimi Apostoli, nel frattempo divenuta cattedrale, per essere poi portate alla Pammacaristos ed infine a San Giorgio del Fanar, residenza patriarcale, dove sono venerate tuttora.

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