Domenica 16 Febbraio 2025 San Panfilo ed i suoi Compagni, Martiri a Cesarea

Oggi, sia la Chiesa Ortodossa, che quella Cattolica, commemorano San Panfilo ed i suoi compagni, Martiri a Cesarea. San Panfilo, presbitero, fa parte di un gruppo di dodici Martiri di Cesarea di Palestina, commemorati tutti insieme al 16 febbraio, anche nel moderno ‘Martirologio Romano’ dei quali tradizionalmente San Panfilo, è posto a capolista, avendo avuto un culto distinto nei diversi calendari, specie in Occidente. Il sacerdote Panfilo, è citato soprattutto da Eusebio di Cesarea, nella sua “Storia Ecclesiastica”. Al tempo dell’imperatore Galerio († 311) con Urbano, come governatore di Cesarea, la persecuzione contro i Cristiani, infuriava con estrema durezza. Fra quelli che vennero perseguitati vi era Panfilo, che Eusebio definisce come:

“Il più caro dei miei amici e per il suo valore, il più glorioso dei martiri della nostra età”.

Panfilo, era di nobili origini e sembra che fosse nativo di Berito, poi trasferitosi a Cesarea, dove si dedicò alle scienze religiose, venendo ordinato sacerdote. Urbano, lo interrogò, volendo conoscere prima le sue cognizioni letterarie e di filosofia e poi lo obbligò a sacrificare agli dei. Panfilo, si rifiuta nonostante le minacce e la furia di Urbano, il quale dà ordine di sottoporlo a durissime torture, quali l’applicazione di unghie di ferro ai fianchi, per poi alla fine gettarlo in prigione, insieme ad altri Cristiani. Dopo poco tempo Urbano viene destituito dalla carica e sostituito da Firmiliano, ma Panfilo ed i compagni di cella, restano comunque in prigione per circa due anni, quando vengono incarcerati anche cinque Cristiani egiziani: Daniele, Elia, Geremia, Isaia e Samuele, i quali insieme a Panfilo e ad altri due compagni di prigione Paolo e Valente, vengono condotti davanti al giudice e sottoposti, prima gli egiziani e poi gli altri, all’interrogatorio ed alle torture e alla fine condannati alla decapitazione. Il racconto di Sant’Eusebio, prosegue nominando Porfirio che protesta pubblicamente per la condanna e per questo viene arrestato e subisce per primo la decapitazione. La vittima successiva fu Seleucio, che comunica a Panfilo, la morte di Porfirio ed arrestato e condannato anche lui viene giustiziato sbrigativamente. Poi avviene l’esecuzione di tutti gli altri, a questo punto i Martiri vittime della persecuzione sono diventati dieci, ai quali si aggiungono, infine, Teodulo e Giuliano, anche se su queste ultime due figure, gli agiografi, si dividono, ritenendo alcuni, di identificarli con i Santi Adriano ed Eubulo, commemorati ieri a parte rispetto al gruppo dei dodici.


Lascia un commento