Lunedì 24 Febbraio 2025 San Biagio, Vescovo di Sebaste, Ieromartire ed i suoi Compagni

Era noto, per mansuetudine e santità e per queste due caratteristiche, i Cristiani, lo elessero a vescovo di Sebaste, città della Cappadocia. Era appena stato eletto che dovette rifugiarsi in una grotta per sfuggire alla persecuzione dell’imperatore Diocleziano. Là condusse vita eremitica, con gli uccelli che gli portavano il cibo e gli animali selvatici che andavano da lui in pace e finché non aveva steso la sua mano per benedirli non si allontanavano. Se qualcuno di loro si ammalava, subito veniva da lui ed era guarito. Un giorno il governatore di quella regione mandò i suoi soldati a caccia. Quelli, dopo essersi inutilmente affaticati altrove, capitarono per caso alla grotta di Biagio e videro lì di fronte una grande quantità di animali, che non riuscivano però in alcun modo a catturare. Sbigottiti lo riferirono al loro signore, che mandò moltissimi soldati a prendere Biagio e tutti i Cristiani. Di fronte al governatore che gli chiedeva di abiurare la Fede Cristiana, Biagio, rispose:

“Sappi, misero, che io sono servo di Cristo e non adoro i demoni.”

Allora il governatore lo fece decapitare, insieme a due giovinetti, anch’essi Cristiani, mentre Biagio, pregava il Signore, che chiunque, malato alla gola, o con qualsiasi altra malattia, invocasse il suo aiuto, fosse esaudito e potesse subito guarire. Ed ecco che dal cielo una voce disse che sarebbe stato come chiedeva. Era circa l’anno 283.

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