Sulla tradizione delle Uova di Pasqua

C’era una volta, in un piccolo villaggio, un saggio monaco di nome Abba Efisio. Con la sua voce calma e gentile, amava raccontare storie ai bambini soprattutto durante la Pasqua, un periodo speciale di festa e rinascita.
Un giorno, mentre i piccoli si riunivano attorno a lui con occhi pieni di curiosità, Abba Efisio, iniziò a narrare con un sorriso, la storia dell’uovo di Pasqua, dicendo:

“Vedete, bambini, l’uovo è da sempre simbolo di vita. Dentro un semplice guscio, nascosto alla vista, si cela un miracolo: una nuova vita pronta a sbocciare.”


I bambini si guardarono l’un l’altro, affascinati ed uno di loro chiese:

“Ma perché lo regaliamo proprio a Pasqua?”

Il monaco annuì e proseguì:

“Pasqua è la festa della rinascita e della speranza. Proprio come Gesù che dopo giorni di sofferenza, è tornato a nuova vita, anche l’uovo ci ricorda questo dono speciale: la possibilità di ricominciare, di portare luce dove prima c’era buio.”


I bambini ascoltavano con attenzione ed Abba Efisio continuò:

“Anticamente, durante la Quaresima, molte persone non mangiavano le uova. Così, quando arrivava Pasqua, gli abitanti del villaggio le decoravano e le donavano in segno di festa e abbondanza.”


Un bambino sorrise e chiese:

“E il cioccolato, Abba Efisio?”

Il monaco rise dolcemente:

“Ah, il cioccolato è arrivato molto tempo dopo, come una dolce sorpresa! Ma il senso resta lo stesso: l’uovo è un dono che porta gioia e speranza.”


Così, i bambini capirono che l’uovo di Pasqua, non era solo un dolce goloso ma anche un simbolo antico e prezioso, carico di significato. E da allora ogni volta che ne ricevevano uno, si ricordavano della storia raccontata da Abba Efisio, custodendo nel cuore il messaggio di speranza e rinascita.

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