Chiesa di Maria Santissima degli Agonizzanti, a Carini (PA)

Oltre che parlare e scrivere di Fede, usando le parole, ci piace condividere qualche ricordo di viaggio, in stile cartolina, mostrando la bellezza delle chiese e dei luoghi sacri Cristiani, in giro per il mondo. Giova ricordare, infatti che, se oggi possiamo godere di questo immenso patrimonio d’arte, oltre che di Fede, è grazie alla Chiesa Orientale, ancora non si può parlare di Ortodossia, essendo la Chiesa Cristiana, all’epoca una ed indivisa, che si oppose con forza, all’iconoclastia, imposta nel 730 da Leone III Isaurico Basileus dei Romei, che era il titolo col quale si definiva l’imperatore bizantino. Tale visione del Cristianesimo, pur se ispirata dal concetto biblico del: “Non avrai altro Dio, all’infuori di me” che lasciava intendere una condanna dell’idolatria, senza tuttavia proibire esplicitamente il culto delle Icone, in realtà, era frutto di un’esigenza pratica, quella di allentare la tensione con gli islamici, che accusavano i Cristiani, di idolatria. Per questo vennero distrutte chiese e monasteri, non dai nemici del Cristo, ma da coloro che avrebbero dovuto predicarlo. Ci volle più di un secolo, che fu caratterizzato da scontri e violenze, con molte vittime, fra gli stessi Cristiani per riuscire a sconfiggere questa eresia, che voleva negare al mondo la bellezza di Dio e della Vergine Maria, espressa attraverso l’arte religiosa. Fu infatti papa Gregorio IV nell’843 ad abolire definitivamente l’iconoclastia. La prima cartolina d’arte che vogliamo “inviare” viene da carini (PA) ed è quella della Chiesa di Maria Santissima degli Agonizzanti. Questo splendido esempio di barocco siciliano, è caratterizzato da un ricchissimo scenario di stucchi, raffiguranti dei putti, che paiono avvolgere il visitatore, con un movimento, ottenuto con la tecnica del trompe l’oeil, mentre, ad una quota più bassa, due ”Teatrini” a rilievo, a tutto tondo, propongono quadri di agonizzanti. Lungo le due pareti laterali, il monocromo dorato degli stucchi, è intervallato da affreschi raffiguranti momenti diversi della vita della Madonna attribuiti a Filippo Tancredi (1655-1722) ed in parte a Filippo Randazzo (1692-1742). Sulla volta spicca il grande affresco dell”’Incoronazione della Vergine”. Il punto di fuga prospettico, è costituito, invece, da una bellissima tela riconducibile alla cultura pittorica fiamminga operante in Sicilia, nella prima metà del XVII Secolo, raffigurante la ”Madonna degli Agonizzanti” che dà il nome alla chiesa, che venne probabilmente ultimata nel 1707 come riporta una lapide resecata collocata nel transetto.

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