Oggi la Chiesa Ortodossa, commemora San Filippo Apostolo, Martire a Gerapoli in Frisia.
Filippo fu uno dei Dodici Apostoli, che conobbero il Cristo. Nacque intorno all’anno 5 a Betsaeda, sul Lago di Tiberiade, città natale anche di altri due dei Dodici, i fratelli Pietro ed Andrea, come testimoniato dal Vangelo di Giovanni + 1 43,46 + che riporta:
« Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Seguimi». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». »
Durante la sua missione apostolica, arrivò a Gerapoli, attuale Pamukkale, in Turchia, dove sorgeva un importante tempio dedicato all’oracolo di Apollo cui la città era dedicata. Qui operò molte conversioni al Cristianesimo, tra le quali, spiccava quella della moglie del proconsole romano, che gli causò il martirio, ordinato, appunto, dall’alto ufficiale romano, che lo fece inchiodare ad un albero a testa in giù, come rappresentato nell’iconografia tradizionale. La sua tomba divenne oggetto di pellegrinaggi e venerazione, che continuarono per tutto il medioevo, malgrado il corpo fosse stato traslato prima a Costantinopoli e poi a Roma e Gerapoli, fosse stata sconvolta da diversi terremoti, che ne causarono l’abbandono. Tale culto, è dimostrato anche storicamente, dalla scoperta archeologica, del 2015 da parte di un’equipe, guidata dal Professor Francesco D’Andria, dell’Università di Lecce di un’iscrizione in greco recante le parole:
“Doulos tou apostolou Philippou” “Devoto dell’apostolo Filippo”
Ed altre iscrizioni dello stesso tenore, sia in greco che in armeno, recanti anche invocazioni all’Apostolo Filippo, segno di una devozione duratura nei secoli e di diffusione internazionale.