Era sacerdote e visse a Magnesia, la maggiore città della Tessaglia, sotto l’imperatore Settimio Severo (193-211) ed il proconsole Luciano. Subì il martirio per aver insegnato la via della Verità. Venne spogliato dei paramenti sacri e scorticato dal proconsole con le sue stesse mani, ma queste si troncarono e Caralampo, con la preghiera lo guarì. Vedendo questo i suoi due carnefici, Daucto e Porfirio, ripudiarono gli idoli e credettero in Cristo così come fecero tre donne, che erano in mezzo alla folla, ma tutti loro furono arrestati e torturati aspramente. Infatti, sebbene il governatore fosse stato guarito non si convertì a Cristo, ma con ira e crudeltà, li fece decapitare tutti.